Pt. 7 - Bryce Canyon!

Sveglia presto, è il 20 di Agosto, e a St’ George quella mattina, il tempo non prometteva nulla di buono.
Saliamo in macchina, solita colazione da Starbucks, e si parte, direzione Bryce Canyon National Park.

Dopo aver visto il parco nazionale di Zion, pensavo di aver visto tutto, e dalle foto che vedevo in giro, non avevo grosse aspettative, la giornata inoltre non era delle migliori, il maltempo ci ha graziati, ma non potete immaginare il freddo di quel giorno!
Ebbene sì, freddo, contrariamente a quanto uno possa pensare, il Bryce Canyon raggiunge un’altitudine che varia tra i 2400 e 2800 m.
Anche qui i primi colonizzatori furono i mormoni, che diedero il nome a quest’area nel 1875, grazie a Ebenezer Bryce.

Bryce Canyon, non è propriamente un canyon, come potremmo immaginarlo, si presenta più come un enorme anfiteatro, in stile ellenico, uno spettacolo naturale di roccia, generato dall’erosione dell’altopiano Paunsaugunt Plateau, per via dei cambiamenti climatici nel corso dei secoli.

1. SUNSET POINT

Arriviamo al primo punto di osservazione, il Sunset Point, credo uno dei punti che consente di vedere da più vicino possibile questo spettacolo, e il nome indica il momento in cui lo si può ammirare nelle migliori condizioni.

Ora chiudete gli occhi e immaginate di essere in un anfiteatro dell'antica Grecia, uno dei più grandi al mondo, voi siete lì, sul palcoscenico, e di fronte a voi un’immensa cavea, composto da innumerevoli spettatori, delle guglie di roccia rossastra - arancione, che assume mutevoli sfumature al variare delle luce.
Queste guglie, prendono il nome di hoodoos, piramidi di roccia alte e sottili. Bryce Canyon contiene la maggiore concentrazione al mondo di queste particolari formazioni.

Questi hoodoos variano in altezza dai 1.70 metri ai 30 metri, creati nei secoli dall’erosione di roccia arenaria e principalmente calcare.
Da qui è possibile addentrarsi nei sentieri, per ammirare più da vicino queste guglie. Per via dei tempi stretti, e anche del maltempo, con allarme Flash flood, siamo stati costretti a rinunciare.

2. NATURAL BRIDGE

Se la cavea vi ha lasciato a bocca aperta, forse non siete arrivati davanti al Natural Bridge, altra icona madre di questo parco.

Vedere questo arco/ponte costruito da madre natura, lascia stupiti quanto affascinati allo stesso tempo. Anche qui le temperature rigide e il maltempo, ci sono ostili, ma ciò non tolgono la magnificenza di quel momento.

3. RAINBOW POINT

Questo è il punto di osservazione più lontano, più alto, siamo circa a 2800 metri di altezza, la temperatura è sui 7-8°C, e siamo al 20 di agosto. Se ve lo siete chiesti, si, ad agosto si passa dai 15° di San Francisco, ai 60° nella Death Valley, e un freddo micidiale al Bryce Canyon.

Da qui c’è una magnifica vista non solo sul parco, ma anche su una buona parte dello Utah meridionale.
Il fatto di essere il viewpoint più lontano, resta anche quello meno turistico, meno affollato, e personalmente sono i luoghi che amo di più. Questo suo essere “secondario” e poco turistico, offre la possibilità di avere quei 5-10 minuti per restare in piena tranquillità, respirare e ascoltare la maestosità della natura che hai di fronte.

Da quel punto ti rendi conto di quanta ricchezza ti possa lasciare una vista del genere, una ricchezza non materiale, una ricchezza metafisica, qualcosa che nessuna persona, nessun oggetto ti potrà mai regalare.

Ma il tempo stringe, si sale in macchina, con l’augurio che con Bryce Canyon possa essere solo un arrivederci.

Si parte, ma la giornata non è ancora finita, ci aspetta una sorpresa, un’aggiunta al programma di viaggio. Uno dei luoghi che molti non tengono traccia per il giro negli Stati Uniti occidentali, e per questo motivo voglio dedicargli un articolo. Stay Tuned!!!

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Stefano Renò

Graphic & Web Designer My Job. Travel Photographer My Life!